Affrontare la Tristezza: Capirla e Superarla

La tristezza è un’emozione universale, un’esperienza che tocca tutti prima o poi. È una risposta naturale a una perdita, a una delusione o semplicemente a un periodo di maggiore vulnerabilità
emotiva.

Nonostante sia spesso vista in modo negativo, la tristezza ha un ruolo importante: ci spinge a riflettere, a dare significato alle esperienze e a cercare un cambiamento. Tuttavia, quando diventa persistente o opprimente, è importante trovare strategie per affrontarla in modo sano.
La psicologia ci offre diverse chiavi di lettura per comprendere e gestire la tristezza. Viktor Frankl, psichiatra e fondatore della logoterapia, sosteneva che il benessere emotivo dipende in gran parte dalla capacità di trovare un senso anche nelle esperienze dolorose. Secondo Frankl, anche nei momenti di difficoltà possiamo scegliere come reagire, trasformando la sofferenza in un’occasione di crescita personale.
Un altro aspetto cruciale nella gestione della tristezza riguarda i pensieri che la accompagnano.
Albert Ellis, con la sua Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (REBT), ha evidenziato come spesso siano le nostre credenze irrazionali a intensificare le emozioni negative. Per esempio, se affrontiamo una delusione pensando “Non doveva succedere, tutto è rovinato”, il dolore sarà più intenso e duraturo. Cambiando prospettiva—ad esempio accettando che la vita è fatta di imprevisti e che possiamo trovare altre strade—possiamo ridurre l’impatto emotivo degli eventi negativi.
Anche il modo in cui elaboriamo i pensieri negativi ha un ruolo importante. Susan Nolen-Hoeksema ha studiato il fenomeno del rimuginio, ovvero la tendenza a soffermarsi ripetutamente su pensieri
tristi. Questo atteggiamento, invece di aiutare a risolvere il problema, tende ad alimentare un circolo vizioso che intensifica la tristezza e può portare a stati depressivi. Per questo motivo, interrompere questi pensieri con attività pratiche o tecniche di mindfulness può essere una strategia efficace per alleggerire il carico emotivo.
Maggio è un mese di transizione, con le giornate più lunghe e luminose che segnano il passaggio verso l’estate. Per molte persone, questo è un periodo energizzante, ma per altre può accentuare la
tristezza. Il contrasto tra il clima gioioso esterno e il proprio stato d’animo può far sentire ancora più isolati o inadeguati. Inoltre, maggio è spesso il mese di chiusura di cicli importanti—scolastici, lavorativi, o personali—e ciò può riattivare ricordi dolorosi o il timore di un futuro incerto.
Per non lasciarsi sopraffare dalla tristezza, è utile adottare alcune strategie che aiutano a riequilibrare il proprio stato emotivo.
• Mettere in discussione i pensieri negativi: prendendo spunto da Ellis, possiamo imparare a riconoscere le distorsioni cognitive e a sostituirle con pensieri più realistici e costruttivi.
• Dare un senso all’esperienza: seguendo la visione di Frankl, possiamo provare a cercare un significato anche nei momenti difficili, trasformandoli in opportunità di crescita.
• Evitare di rimuginare: le ricerche di Nolen-Hoeksema ci suggeriscono di distrarci da pensieri ripetitivi con attività pratiche come leggere, scrivere, fare sport o meditare.
• Coltivare il supporto sociale: parlare con persone di fiducia può aiutarci a elaborare meglio le emozioni e a sentirci meno soli.
• Mantenere una routine attiva: impegnarsi in attività quotidiane, anche semplici, dà un senso di stabilità e controllo, riducendo il senso di vuoto.
La tristezza non è un nemico da combattere a tutti i costi, ma un segnale da ascoltare.
Comprenderne le cause e adottare strategie efficaci ci permette di attraversarla senza farci travolgere. E se diventa troppo pesante, chiedere aiuto a un professionista è sempre una scelta valida e “coraggiosa”.

Dott. Michele Gaetano Giuliani

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