Il Mercoledì del Cpped: Linguaggio IO – TU

IL LINGUAGGIO IO E IL LINGUAGGIO TU

La comunicazione è un aspetto fondamentale delle relazioni umane: infatti, è attraverso la condivisione di pensieri, emozioni, desideri e bisogni, che possiamo connetterci con gli altri in modo significativo.

Spesso, però, complice lo stress e le difficoltà che incontriamo nella gestione della vita quotidiana, tendiamo a cadere in uno stile comunicativo critico e litigioso, rischiando di danneggiare le relazioni, compromettendo e ostacolando la possibilità di comprensione reciproca.

Facciamo un esempio.

Due persone, che chiameremo A e B si trovano in difficoltà. A sta vivendo un momento difficile a lavoro. Si sente nervoso, sopraffatto e in difficoltà e lo comunica a B nel seguente modo.

A: “Tu non fai mai nulla per aiutarmi! Non ti interessa nemmeno se sono sopraffatto dal lavoro! Non sai proprio capirmi”.

Mettendoci nei panni di B, è facile che ci sentiremmo attaccati, feriti, dispiaciuti e anche un po’ perplessi.

A, infatti, in questo caso, ha scelto di usare il “linguaggio tu” e non il “linguaggio io”. Ma cosa significa? Quali sono le differenze tra questi due stili comunicativi?

  • Il “linguaggio io” si riferisce a un tipo di comunicazione in cui una persona esprime i propri pensieri, sentimenti, opinioni e bisogni in modo diretto e assertivo, assumendosi la propria responsabilità, senza attaccare e colpevolizzare gli altri. Si concentra sull’espressione di sé stessi in modo chiaro e rispettoso, senza giudicare o criticare gli altri.
  • Il “linguaggio tu” è invece caratterizzato da un linguaggio aggressivo, offensivo o denigratorio rivolto verso un’altra persona. Si concentra sull’attacco e sulla colpevolizzazione dell’altro, spesso utilizzando insulti, sarcasmo o tono sprezzante.

Riprendendo l’esempio precedente e volendo usare il “linguaggio io”, A avrebbe potuto comunicare il suo stato emotivo nel seguente modo:

A: “Mi sento stressato perché ho molte responsabilità sul lavoro e ho bisogno di un po’ di aiuto per riuscire a gestirle meglio.”

  • Nel primo esempio, quindi, utilizzando il “linguaggio tu”, A ha attaccato direttamente l’altra persona, colpevolizzandola e facendola sentire responsabile per la sua situazione, di fatto creando una situazione di conflitto e di distanza.
  • Al contrario, nel secondo, utilizzando il “linguaggio io”, A ha espresso i propri sentimenti e bisogni in modo assertivo senza attaccare l’altra persona, concentrandosi sull’esprimere la propria situazione e chiedendo aiuto in modo rispettoso, favorendo una connessione emotiva con l’altro.

In generale, quindi il “linguaggio tu” può creare risentimento e conflitto nella comunicazione, oltre che sentimenti di denigrazione e critica, ferendo così l’altra persona. Se siamo in difficoltà utilizzare questo linguaggio limitiamo la possibilità che l’altro ci sostenga.

Proprio per questo è importante scegliere il “linguaggio io”, dal momento che questo è un potente strumento per creare un ambiente comunicativo più aperto e rispettoso, facilitando il riconoscimento dei confini nella relazione, favorendo la comprensione reciproca e offrendo all’altro la possibilità di sostenerci, promuovendo una soluzione collaborativa ai problemi, che si basa sulla responsabilizzazione di sé.

Per fare ciò, è importante usare nella comunicazione:

  • Empatia
  • Assertività
  • Rispetto
  • Apertura verso sé e verso l’altro
  • Chiarezza

Ora tocca a te! Qual è il linguaggio che usi più frequentemente?

Bibliografia

Becciu M., Colasanti A.M (2016), La promozione delle capacità personali: teoria e prassi. Franco Angeli, Milano.

Rivoli A. (2021), Comunicazione assertiva. La guida per migliorare il proprio modo di comunicare, imparare a dire “no” e dare valore alle parole. Editore Youcanprint, Lecce.

 

Dott.ssa Maria Sole Giusti

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